Diana Nyad, 117 chilometri a nuoto. O no?

Diana Nyad appena arrivata sulla spiaggia di Key West in Florida (fonte: huffingtonpost.com)

Diana Nyad appena arrivata sulla spiaggia di Key West in Florida (fonte: huffingtonpost.com)

E’ la prima donna a percorrere nuotando i 117 chilometri che separano Cuba dalla Florida senza la protezione di una vasca antisquali. L’americana Diana Nyad , disidratata e scottata dal sole, è arrivata sulla spiaggia americana di Key West dopo essere partita, 53 ore prima, da L’Avana. Per la sessantaquattrenne statunitense era il quinto tentativo: ogni volta, infatti, era stata costretta a rinunciare all’impresa per attacchi di asma e di meduse. Medici e allenatori l’hanno seguita in barca, ma  questa volta non l’hanno mai aiutata. «Ho tre messaggi – ha detto la nuotatrice appena arrivata in Florida, prima di essere condotta in ospedale per i controlli di routine – Primo, mai rinunciare. Secondo, non sei mai troppo vecchio per i tuoi sogni. Terzo, sembra uno sport solitario, ma è un lavoro di squadra».

fonte: huffingtonpost.com

fonte: huffingtonpost.com

Ora Diana, però, deve difendersi da chi la accusa di aver barato. La nuotatrice, secondo alcuni, avrebbe percorso un tratto del percorso in barca, o comunque trascinata da un’imbarcazione. «Solo malelingue», risponde la donna che, insieme al suo team, ha convocato una conferenza stampa per difendersi dalle accuse. «Se in alcuni tratti Diana ha mantenuto una velocità molto alta, è perché  ha potuto sfruttare la scia della barca che l’ha accompagnata per tutti i 117 chilometri», aggiungono gli allenatori.

«Io stavo solo cercando di provare un po’ di gioia», conclude sconsolata Diana.

Malala: Un libro, una penna, un bambino, un insegnante possono cambiare il mondo

Malala Yousfzai continua a lottare anche dall'Inghilterra per il diritto all'educazione e allo studio dei bambini e delle donne (fonte: blitzquotidiano)

Malala Yousafzai continua a lottare anche dall’Inghilterra per il diritto all’educazione e allo studio dei bambini e delle donne (fonte: blitzquotidiano)

E’ trascorso quasi un anno da quando Malala Yousafzai fu portata di urgenza dal Pakistan in Gran Bretagna per essere operata dopo essere stata raggiunta alla testa da un proiettile sparato da due terroristi. Il motivo: aver scritto un diario in cui descriveva la situazione delle bambine in Pakistan ed essere diventata, a soli 15 anni, un simbolo della lotta di tante ragazze e donne che si battevano, e continuano a farlo anche ora, per il diritto allo studio. Dopo essere stata in pericolo di vita, la ragazza, trasferitasi in Inghilterra, non ha smesso si combattere per ciò che l’ha quasi portata alla morte. Anche oggi, all’inaugurazione di una biblioteca a Birmingham, la città che l’ha accolta come una seconda casa e dove ora vive e, soprattutto, studia, è tornata con la mente e con le parole alla situazione che tante adolescenti come lei vivono nel suo paese di origine.

«Libri e penne sono le armi che possono sconfiggere il terrorismo, la povertà, lo sfruttamento minorile e la tratta di minori. Dobbiamo prendere posizione a favore dei bambini del Pakistan, dell’India e dell’Afghanistan che stanno soffrendo. Lasciateci leggere libri e andare a scuola».

Questa settimana Malala riceverà l’International Children’s Peace Prize, il riconoscimento assegnato dalla KidsRights Foundation a un bambino che ha dato un contributo significativo alla difesa dei diritti dei minori, con la consapevolezza che il suo esempio ha smosso molte coscienze, maschili e, soprattutto, femminili.

Malala Yousafzai awarded International… di Guardian